Non tutti sanno cos’é e come funziona, qualcuno forse non l’ha mai sentito nemmeno nominare.
Ma basta fare 2 + 2 per avere una vaga idea: da book (libro) a crossing (passaggio). Libri di passaggio, libri che vanno a spasso in giro per le città. E tutto completamente gratis. Si va oltre i messaggi legati ai palloncini o rinchiusi nelle bottiglie: il messaggio diventa il libro.
Il posto ideale per un libro, di qualunque genere esso sia, non è solo la biblioteca del paese, la libreria di casa nostra oppure il negozio di turno che lo propone in vendita. Un libro è cultura e in quanto tale va condivisa: il principio alla base del bookcrossing é proprio questo.
E come si fa a condividere la cultura? Regalando un libro e facendolo viaggiare il più possibile di lettore in lettore. I libri si abbandonano, letteralmente, e dove capita: su una panchina, sui mezzi pubblici, al parco. Libera creatività all’abbandono, questo è lo spirito del bookcrossing. Dal genere fantasy agli intramontabili classici, passando per i romanzi del momento, l’obiettivo è solo uno: fare in modo che qualcuno dopo di noi possa leggere, capire ed apprezzare un’opera che ci è rimasta nel cuore, che ci ha insegnato qualcosa.
Esistono anche degli appositi spazi dedicati alla liberazione delle opere: si chiamano Bookcrossing Zone. Trattasi di zone “prestabilite” allo scambio di libri e si possono trovare in giro per la città (metropolitane, fermate dell’autobus, parchi) o anche in pub, ristoranti e bar che aderiscono all’iniziativa mettendo a disposizione un piccolo spazio del locale così che chiunque, dal cliente di passaggio al cliente fisso, possa lasciare un libro o prenderne uno tra quelli già disponibili.
Gli appassionati della lettura sanno però quanto sia difficile separarsi da un libro amato, ma una copia di seconda mano va benissimo oppure si può ripiegare sui classici doppioni o ancora riciclare quel libro che ci è stato regalato e che mai leggeremo.
Oltre al trauma della separazione, chi non pratica il bookcrossing fatica anche ad entrare nell’ottica e si chiede quale interesse spinga le persone alla condivisione gratuita e, di fatto, unilaterale. Il bookcrossing è la prova che qualche volta si può agire oltre ogni tornaconto personale e donare un libro al primo sconosciuto ne è la dimostrazione.
Come tutti i movimenti che si rispettino anche il Bookcrossing ha le sue regole. Pochi accorgimenti molto semplici: si sceglie il libro da liberare, si registra sul sito ufficiale e si associa ad esso il codice identificativo generato dalla registrazione stessa. Tramite questo codice il libro sarà rintracciabile nel tempo.
Come rendere visibile il codice di identificazione? Con una semplice etichetta (scaricabile dal sito) che si inserisce all’interno dell’opera, accompagnata da una breve guida al BC affinché la persona che ritroverà il testo saprà cosa fare.
Infatti il compito di chi ritrova il libro sarà quello di segnalarne il ritrovamento. Come farà? Seguirà le indicazioni dell’etichetta: si collegherà al sito ufficiale del BC e inserirà il codice riportato sul libro: ecco, avrà fatto una journal entry! Ufficialmente comunicherà quando e dove è avvenuto il ritrovamento e, se ha già letto il libro, potrà associargli un voto e recensirlo. A sua volta deciderà se tenerlo o metterlo nuovamente in viaggio; in questo secondo caso ne andrà segnalata la liberazione indicando quando e dove il libro è stato abbandonato. Inizia quindi un nuovo viaggio e forse un nuovo ritrovamento.
Chiariamo una cosa però: non sempre i ritrovamenti sono comunicati. Succede per pigrizia, per dimenticanza o perché non si dispone di una connessione internet.
Nessuna delusione però, l’intento è comunque riuscito: abbiamo condiviso un pezzetto di cultura con qualcuno che ricorderà forse con un sorriso il giorno in cui ha ritrovato quel libro lì da solo, abbandonato e non certo per caso.